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Mission

Luce di Carrara nasce agli inizi del 2000, da un’intuizione che sta alla base del Made in Italy: coniugare l’unicità della pietra naturale, e soprattutto del marmo bianco di Carrara, con un’intelligenza progettuale derivata da una tradizione industriale forte al fine di creare un prodotto inimitabile d’innata bellezza, ma anche di facile uso, versatile ed adattabile per il design contemporaneo. Il mondo della pietra naturale aveva bisogno di essere ripensato e sistematizzato per consentire a chiunque di creare il proprio marmo ideale e disegnare forme, strutture, architetture, senza farsi condizionare dalla monumentalità “sacrale” di un blocco di marmo.

La svolta di Luce di Carrara avviene nel 2013, quando il marchio entra nell’orbita di Henraux, che significa patrimonio industriale e tecnologico avanzato, ma anche collaborazione consolidata con architetti, designers e artisti che hanno saputo nel tempo trasformare il marmo in un materiale flessibile, capace di mantenere la propria unicità se pur con nuovi linguaggi espressivi.

Luce di Carrara è un progetto coerente. Coerenza territoriale e di prodotto, dove tutte le fasi, dall’ideazione, alla produzione, al merchandising, fino alla comunicazione sono coordinate da una visione unica che ha al centro un nuovo modo di vivere il marmo che affonda le sue radici nella tradizione centenaria di Henraux. Luce di Carrara è un’opera aperta: si completa e acquista valore attraverso tutte le interpretazioni che, da oggi in futuro, troveranno qui una dimora d’elezione, un laboratorio pronto ad ascoltare le “oscillazioni del gusto”, come direbbe uno dei più grandi interpreti della cultura artistica internazionale, Gillo Dorfles. Dopo la prima collezione dedicata ai materiali e coordinata da Michael Anastassiades, Luce di Carrara prosegue il suo percorso. Accanto alle Miracle Chips, che restano un “miracolo” costruttivo e una sfida, un progetto raro e singolare per leggerezza e compiuta armonia, si uniscono, chiamati a collaborare da Henraux, una serie di designer diversi per cultura e sensibilità ma omogenei nelle loro scelte estetiche e progettuali; ognuno di loro ha interpretato la materia lapidea nel rispetto della sua valenza storica esaltandone le peculiarità espressive.

di Aldo Colonetti